sabato 13 novembre 2010

LE CONCEZIONI DEL GIOCO 1

Fino a qualche secolo fa si pensava che l'attività ludica fosse un"antagonista" alla serietà del lavoro; poi fortunatamente nella seconda metà dell'800 un antropologo olandese di nome Huizinga con i suoi studi ha affermato che il gioco è presente in ogni attività umana. Perciò l'uomo oltre ad essere "sapiens"(intelligente), "faber"(artefice del proprio destino) è anche "LUDENS", cioè capace di giocare e di creare così nuovi significati.
Il gioco quindi è una vera "forma di cultura" che riveste di maggior valore la vita sociale delle persone e accomuna le diversità perchè la ludicità è presente in ogni espressione culturale (ad esmpio le svariate feste tradizionali, eventi..).
 H. indica anche un paradosso nell'attività ludica perchè si presenta come un "atto libero" che solleciti all'autonomia e costituita di "regole" che determinano obbligo, inconfutabilità e autoregolazione nel soggetto.
Insomma già in questi tempi così distanti da noi il gioco comincia ad assumere una notevole importanza, soprattutto per gli adulti nei quali crea solidarietà, unione e reciprocità! (un bello spunto di riflessione per la società di oggi che sembra lontanea anni luce da questa idea!!)

venerdì 5 novembre 2010

INTRODUZIONE

Buon pomeriggio a tutti,
voglio iniziare subito con una bella domanda per voi: il "gioco" può essere considerata un'attività primaria per i bambini o di secondaria importanza?
Sembra una domanda banale perchè tutti dovrebbero sapere che il "giocare" è un qualcosa di naturale per un bambino e a cui non può rinunciare; eppure a volte si sentono degli adulti che indeboliscono il valore cognitivo/sociale/culturale che ha questa attività dicendo ai loro figli: "Adesso basta giocare, è ora di fare i compiti!!!" (cioè le cose serie).
Ecco con questo blog vorrei "portare alla luce" il significato profondo che si nasconde dietro un semplice gioco!