giovedì 30 dicembre 2010

LA LAVATRICE

Buon Natale a tuttiiiiii!!!!! Oggi vi propongo una divertente filastocca accompagnata da molti movimenti che sicuramente non faranno annoiare i nostri bambini.

  • materiale: eventualmente un tamburo
  • disposizione dei partecipanti: alcuni bambini si dispongono in cerchio per mano (formano il cestello della lavatrice che gira), altri bambini invece danzano all'interno del cerchio (sono la biancheria);
  • svolgimento: i danzatori (cioè i bambini che formano il cestello) corrono in direzione di danza; quando l'educatrice chiama "OPPA"  si cambia direzione di danza. I danzatori dentro il cerchio (biancheria) si muovono in libera improvvisazione. Tutti battono le mani (significa che l'acqua sciacqua la biancheria), mentre nuova biancheria entra nella lavatrice e quella pulita esce e fa parte del cerchio esterno (il cestello);
  • variante: la biancheria all'interno del cestello può venire differenziata in diverse categorie (ad es. abiti di diversi colori, grandi o piccoli, estivi o invernali...);
  • accompagnamento musicale: una persona può chiamare "oppa" e accompagnare il richiamo con uno strumento a libera scelta (ad es: tamburo, piatto della batteria, triangolo, flauto...)
La filastrocca inizia così:               
Oggi è giorno di lavaggio. Vediamo un pò che tipo di biancheria abbiamo. Io sono (per esempio) un calzettino giallo. E tu, cosa sei?.....

Buttiamo la biancheria nel cestello, che si mette subito a girare in una direzione, poi nell'altra e così via. La biancheria dentro viene agitata sù e giù, da una parte all'altra. Appena la biancheria è pulita esce dalla lavatrice e nuova biancheria vi entra. Però può succedere che resti ancora una macchia...non importa: allora il pezzo ancora macchiato viene lavato una seconda volta o addirittura una terza o quarta volta.
(naturalmente sarà l'educatrice che reciterà la filastrocca perchè è abbastanza complessa per i bambini del Nido, mentre loro si divertiranno a muoversi e ad essere o la lavatrice o i panni sporchi)

giovedì 16 dicembre 2010

I CAMPI DI ESPERIENZA -parte quinta-

Questo ultimo campo s'intitola "Il sè e l'altro" e cerca di sviluppare nel bambino un' educazione etico-sociale ed affettiva, cioè "tocca" le dinamiche affettive ed emotive , lo sviluppo sociale e la prima formazione di atteggiamenti etico-morali. Esso si riferisce a norme di comportamento e di relazione indispensabili per una convivenza umana valida.
Le possibili attività riguardano i giochi con le regole (da comprendere e rispettare), letture/conversazioni e visioni di immagini sulla realtà che circonda i bambini, l'esplorazione del territorio e la conoscenza delle sue istituzioni/tradizioni (es. incontri con i nonni).

"IL CALENDARIO DELL'AVVENTO"

Visto che il Natale si sta avvicinando, non sarebbe una brutta idea costruire per i bambini del proprio Nido un bel calendario fatto di doni che alimenterà sicuramente l'attesa e la curiosità nei bambini.
Un attimo prima della merenda , quando tutti i bambini sono seduti a tavola le educatrici raccontano con semplicità la storia dell'Avvento e del suo calendario; così attraverso una conta natalizia ogni giorno un bambino avrà la possibilità di salire sulla sedia e di aprire la tanto attesa calzoncina rossa (all'interno di esse le educatrici disegnano dei foglietti raffiguranti delle piccole attività natalizie: la costruzione del cappello di Babbo Natale, l'allestimento dell'albero di Natale...). Ecco la canzoncina natalizia:
Renne grandi tirano la slitta
su una strada tutta dritta,
una barba bianca spunta già
Babbo Natale eccolo qua!
(da: www.rivistamondozerotre.it)

I CAMPI DI ESPERIENZA -parte quarta-

Questa dimensione della conoscenza riguarda la "natura" e principalmente "la società e la natura" in cui si sviluppano le capacità del bambino di integrarsi nel proprio ambiente di vita, di costruire un rapporto con l'esterno attraverso la scoperta e l'utilizzo di un sistema di segni.
Quì il bambino può acquisire informazioni e conoscenze legate ai fenomeni e alle leggi dell'ambiente fisico-naturale per cogliere gradualmente le regole che governano l'ambiente che lo circonda; conoscere le informazioni sull'utilizzo di "sistemi simbolici di riferimento" (verbali, gestuali, iconici, acustici...) che permettono al bambino di entrare in contatto con il mondo esterno.

Gioco nella natura: IL BRUCO VA A SPASSO!
Accompagnate i bambini (preferibilmente i più grandi) in un giardino/luogo immerso nella natura e ricco di elementi naturali. Qui proponete loro di bendarsi e di sistemarsi in fila indiana in modo da formare un "bruco": ogni bambino in piedi pone le mani sulle spalle del compagno che gli sta davanti, il bruco si sposterà adagio.
Mentre li guidate invitateli ad ascoltare, odorare il più accuratamente possibile ciò che è attorno a loro (mentre si cammina conviene fermarsi di frequente in punti di particolare interesse perchè possano toccare rocce, alberi o sentire il profumo dei fiori o della natura più in generale): più cose differenti trovate lungo la strada e meglio è!
E' un "percorso sensoriale" che sicuramente stimola i bambini all'esplorazione, al contatto con la natura e con i propri compagni indispensabili in questo viaggio. Poi al ritorno in classe potranno esprimere le loro emozioni e magari disegnare ciò che hanno sentito per lasciare un ricordo.
(da: www.cemea.ch/users/bd/altri-giochi.htm)

lunedì 13 dicembre 2010

I CAMPI DI ESPERIENZA -parte terza-

Nel campo di esperienza della "logica" troviamo "i problemi,le prove, le soluzioni" che si propongono di favorire lo sviluppo delle capacità di percepire e ordinare la realtà, di comprendere e ordinare le fondamentali relazioni spaziali.
Degli esempi di attività di questo genere possono essere: travasare acqua e farina in contenitori uguali o diversi per forma ( per sperimentare l'invarianza quantitativa), distinguere/riconoscere/comparare/discriminare oggetti di diversi colori e forme, vivere spazi consueti e inconsueti, attività di classificazione e raggruppamento.

LA CASETTA IN CANADA'

L'età consigliata per questo gioco è dai 3 anni e i materiali cho occorrono sono: uno scatolone di cartone, colori a tempera, pennelli, nastro adesivo e u taglierino.
L'educatrice deve sigillare lo scatolone con il nastro adesivo e sigillarne gli angoli sempre con il nastro adesivo; poi con l'aiuto dei bambini si disegnano le finestre della casetta e la porta con i colori (eventualmente si può arricchirla con altri particolari come disegnare le tegole sul tetto, dei fiorellini...); alla fine l'educatrice con il taglierino inciderà su porte e finestre le fessure per renderla una "vera casa".
I bambini a questo punto potranno entrarci dentro e portare tutti i giochi che vorranno. (tratto da: http://www.cosulenzapedagogica.it)


lunedì 6 dicembre 2010

I CAMPI DI ESPERIENZA-parte seconda-

2.  Il secondo campo di esperienza si intitola il gesto, l'immagine e la parola e comprende le capacità comunicative proponendosi di aiutare i bambini a utilizzare la lingua in tutti i suoi aspetti.
Le possibili attività possono essere: le conversazioni regolate dall'adulto nel piccolo e nel grande gruppo accompagnate da giochi per aiutare i bambini a "capire" e a "farsi capire";
letture di storie/fiabe/brevi racconti/filastrocche per coinvolgerli nell'"identificazione" dei personaggi, la consultazione libera e guidata di immagini/libri/giornali...

IL CANTO-GIOCO TATTILE: "Pioggerella cade giù"
I bambini sono disposti a coppie: uno è seduto e l'altro è dietro. Chi sta dietro "tocca" il compagno seguendo le indicazioni del compagno ( è possibile una variante: il gioco del tamburo in cui l'animatore o un bambino suona il tamburo senza cantare la filastrocca riproducendo così i rumori della pioggia, dalla tempesta, della neve, del vento e i bambini a coppie "massaggiano" il compagno eventualmente usando anche una pallina e soprattutto seguendo lo stimolo sonoro).

Pioggerella cade giù
sulla mia testa
Plic, Plic, Plic, Plic,
Plic, Plic, Plic,
sulla mia testa
E la neve cade giù
sulla mia testa
Plof, Plof, Plof, Plof,
Plof, Plof, Plof,
sulla mia testa
La tempesta cade giù
sulla mia testa
Toc, Toc, Toc, Toc,
Toc, Toc, Toc,
 sulla mia testa
Ed il vento soffierà
 sulla mia testa
Vfff, Vfff, Vfff, Vfff,
Vfff, Vfff, Vfff,
sulla mia testa.
 

I "CAMPI DI ESPERIENZA" AL NIDO- prima parte-

Bisogna tenere presente che al Nido i contenuti (informazioni, conoscenze ed esperienze) sono particolarmente importanti e che non è indifferente "cosa "si propone e "come" lo si fa. Ecco perchè essi sono solitamente articolati in campi di esperienza che mirano al perseguimento di obiettivi formativi/competenze educative (atteggiamenti, capacità e conoscenze) da parte dei bambini, ciascuno secondo i suoi ritmi e stili apprenditivi (sono ripresi anche dalla scuola dell'infanzia).
Si configurano come un "ambiente di vita" accogliente e motivante, ricco di relazioni e apprendimenti che favorisce sia attività libere, sia strutturate utilizzando materiali concreti e spazi interni ed esterni alla scuola. Sono perciò "luoghi del fare e dell'agire"che offrono l'opportunità di esplorare sè stessi, il proprio corpo, i propri compagni, il mondo dei linguaggi...
I campi formativi sono 5:
  1. L'area della percezione e del movimento: favorisce la "sensorialità"( tutti i 5 sensi) che permette il contatto con la realtà. I possibili "percorsi di lavoro" sono: l'analisi delle proprietà dei materiali/oggetti ( riconoscimento, discriminazione, manipolazione, esplorazione sull'uso di oggetti); l'acquisizione della dimensione temporale degli eventi e delle esperienze ( attività di scansione degli eventi come prima-dopo, osservazione dell'alternanza tra giorno e notte, giochi in due o più sequenze...); osservazione e analisi dei fenomeni naturali mediante ricerca/esplorazione/sperimentazione (cura e allevamento di piccoli animali, esperimenti con acqua, esperienze di cucina...).
Ecco allora un esempio concreto di attività ludica per questo campo:

IL CESTO DEI TESORI
E' un'attività creata qualche anno fa dalla psicopedagogista britannica Elinor Goldschmied e consiste nel creare un "cestino" (di plastica, in stoffa...) contenente diversi materiali adatti ai bambini dagli 0 ai 12 mesi per portarli alla "scoperta" di tanti oggetti diversi, colori, profumi nuovi e all'atto di tirare fuori gli oggetti (coordinazione oculo-manuale). Si inseriscono all'interno dei "materiali poveri", cioè oggetti molto semplici fatti esclusivamente con materiali naturali (naturalmente se risulta difficoltoso trovarli, si può variare con altri tipi facendo molta attenzione che non siano pericolosi):
pigne, conchiglie, xcastagne, gomitoli di lana, cucchiai e spatole, campanelli, coperchi di varie misure, palle di stoffa colorate, palle di gomma, nastri colorati e chi più ne ha più ne metta!!!!!
A presto

sabato 4 dicembre 2010

IL LABORATORIO CON LA PASTA MODELLABILE

Ai bambini piace molto "fare e disfare" con la pasta modellabile: ecco perchè al Nido è molto importante proporre laboratori sulla manipolazione di questi materiali, magari svoli anche con il coinvolgimento di nonni o genitori (soprattutto in questo periodo che è Natale e si è tutti più buoni).
Come accennavo prima in questa attività il bambino può sperimentare la manipolazione in piena libertà, attraverso l'utilizzo di questa pasta commestibile (può essere praparata con ingredienti naturali), che non sporca ed è morbidissima (si possono creare tante forme diverse)!!!! In questo modo il bambino impara a conoscere il materiale e le proprie abilità: cosa può fare con quel materiale, quanta forza può utilizzare (stritolarla, accarezzarla, sfiorarla con le dita...).
  • Ingredienti per la preparazione della pasta: 3 tazze di farina 00, 3 tazze scarse di acqua, 1 tazza di sale fino, 4 cucchiai di olio di semi, 2 cucchiai di cremor tartaro ( si trova al supermercato nel reparto dedicato ai dolci), 1 bustina di vanillina (se si vuole ottenere un impasto più dolce, altrimenti la si può omettere), colorante alimentare quanto basta (liquidi colorati per dolci, oppure ingredienti naturali che colorino: il giallo con lo zafferano).
  • Svolgimento: è necessario prima di tutto aver preparato la pasta, poi ricoprire i tavoli con della carta (ad es. quella regalo che è colorata o quella dell'uovo di pasqua che è molto rumorosa). A ciascun bambino viene dato un pezzettino di pasta con delle formine di plastica e sono lasciati liberi di giocare, di sperimentare come desiderano; l'educatrice si limiterà ad osservare dall'esterno e ricoprirà una funzione di sostegno nel caso la situazione lo richieda.

mercoledì 1 dicembre 2010

ED ECCO A VOI...LE FILASTROCCHE!!!!

Al Nido come nella Scuola dell'Infanzia sono molto utilizzate con i bambini poichè sono particolarmente ricche di cadenze ritmiche e andamenti melodici che favoriscono "l'apprendimento linguistico" (imparare e ripetere le parole), "motorio" (se ci sono dei gesti), "tattile" (se si utilizzano delle palline, nastri, palloncini per accompagnare la melodia) e "visiva" (seguire i movimenti dell'educatrice e dei compagni).
Eccone una sui "giorni della settimana":
Questa è la storia del bruco Giorgetto, che mangiando si allunga un pezzetto
LUNEDì giorno MARRONE rosicchio un Torrone
MARTEDì giorno Giallo si mangiò un intero GALLO
MERCOLEDì giorno VIOLA mandò giù una TORTA sola
GIOVEDì giorno ARANCIONE masticò un PANETTONE
VENERDì giorno AZZURRO spalmò sul pane tanto BURRO
SABATO giorno ROSSO spiluccò un grande OSSO
e DOMENICA giorno BLU non ne poteva proprio più!!

(tratto dal sito www.lascuola.it>rivista mondozero3)

QUALI SONO LE FASI PER PROGETTARE UN'ATTIVITA' LUDICA?

Prima di tutto è indispensabile stabilire i "criteri"per la scelta del gioco (perchè voglio fare questo gioco proprio con questi bambini?):
  • analizzare gli scopi;
  • interpretare i bisogni dei bambini (centralità dei soggetti);
  • calibrare l'attività mediante un'attenta osservazione e analisi del gruppo di partecipanti (età, storie, motivazioni, aspettative) e se necessario pensare costantemente a possibili "adattamenti" del gioco;
  • adattare creativamente il gioco al clima e al contesto di azione del gruppo.
Successivamente è necessario concretizzare il gioco immaginato:
  • predisporre il setting (spazi adeguati, materiale, strategie di conduzione adeguate...);
  • utilizzare una comunicazione facilitante per l'abbassamento delle difese;
  • fare una presentazione sintetica/chiara delle fasi di gioco e dei compiti da sviluppare;
  • monitoraggio continuo dell'educatore mediante adeguati strumenti (osservazione, videoregistrazione, uso di griglie...).
Einfine non meno importante la fase del "dopo-gioco" o "debriefing":
  • i bambini descrivono quello che hanno fatto e ciò che hanno provato sul piano emotivo;
  • con l'aiuto dell'educatrice si analizza il gioco e lo si collega a situazioni del mondo reale;
  • si valutano le scoperte e i nuovi apprendimenti.

TIPOLOGIE DI TECNICHE LUDICO-ANIMATIVE

Ci sono tante tipologie di tecniche ludico-animative, vediamone alcune:
  • GIOCHI DI INTERAZIONE: favoriscono l'instaurarsi di relazioni positive tra i membri del gruppo, la conoscenza reciproca attraverso giochi di espressione corporea, percezione tattile, espressione visiva, creatività, immaginazione;
  • TECNICHE DI TRAINING: o di "addestramento" che sviluppano competenze attraverso l'esercizio simulato, l'individuazione, l'analisi, la decostruzione di pregiudizi/stereotipi/miti e costruiscono una "pedagogia dei gesti"(setting educativi, lavoro cooperativo per migliorare l'autoaffermazione, sviluppo di strategie non violente per il controllo dell'aggressività) attraverso giochi come il roleplay e il brainstorming;
  • GIOCHI DI COMUNICAZIONE: verbale e non verbale per sviluppare "competenze comunicative" come lo scambio interpersonale, l'ascolto, l'empatia comunicativa, lo storytellig, l'espressione corporea. I giochi possono essere quelli di comunicazione corporea e lo storytelling.
  • GAMING SIMULATION: favoriscono la valutazione/riflessione sulle conseguenze di decisioni prese nell'interpretazione di un ruolo sottoposto ovviamente a delle regole, permettendo così la comprensione del sistema sociale e di valutare scelte strategiche per operare su di esso. Esempi di gioco sono le simulazioni, il roleplay, le analisi di caso;
  • TECNICHE DI PARTECIPAZIONE ESPRESSIVA: favoriscono il "coinvolgimento/partecipazione" dei soggetti per far emergere atteggiamenti di collaborazione, condivisione, fiducia, relazione. Ad esempio giochi strutturati (come costruire un puzzle) e non strutturati (come la manipolazione, la lotta libera), giochi di squadra, il teatro dei burattini o delle ombre;
  • TECNICHE NARRATIVE: utilizzano tutti i "linguaggi"con lo scopo di sviluppare competenze elaborative-interpretative di realtà affettive e/o virtuali attraverso l'ascolto, la comprensione, la riflessione sull'esperienza. Degli esempi sono la lettura animata di storie, lo storytelling, creazione/lettura di autobiografie;
  • TECNICHE DI DRAMMATIZZAZIONE: permettono la trasformazione di un contenuto/vissuto in un"azione scenica" sviluppando così nel soggetto capacità di analisi, costruzione/decostruzione di significati, espressione corporea, comunicazione verbale e non verbale. Concretamente può essere la recitazione con copione o libera, il roleplay, l'animazione di storie.
  • GIOCHI PER SVILUPPARE COOPERAZIONE: e potenziare così la crescita del bambino in un "contesto di gruppo"(la sociabilità), di clima positivo e di relazioni. Esempi su questo sono i giochi collaborativi, di squadra.

LE CONCEZIONI DEL GIOCO 2

Nel '900 il gioco si arricchisce di ulteriore significato perché si diffonde l'idea che la dimensione ludica sia uno strumento di "sviluppo cognitivo" e "affettivo".
Proprio da questa concezione molti studiosi cominciano a dare la loro definizione di gioco:
  1. Rubin, Fein e Vandemberg nel loro manuale del 1983 propongono una definizione di gioco basata su tre caratteri distintivi: il gioco inteso come "disposizione psicologica" caratterizzata da una motivazione intrinseca (c'è un piacere gratuito nel giocare), "priorità dei mezzi sul fine" (il bimbo si focalizza di più sulla fase preparatoria piuttosto che in quella attuativa del gioco), "dominanza del soggetto rispetto alla realtà esterna" (nel gioco si crea un clima di sicurezza, esplorazione e fantasia), "non letteralità degli oggetti e delle situazioni"( permette perciò l'esplorazione di nuovi significati), "libertà dai vincoli" (s'incentiva così la negoziazione, la mediazione di significati) e si percepisce sicuramente un "coinvolgimento attivo" dei partecipanti. Inoltre nel gioco è molto importante contesto che deve diventare un "setting educativo" con oggetti che attirino l'attenzione, un'atmosfera amichevole, adulti non intrusivi. Infine l'attività ludica è anche un "insieme di comportamenti osservabili" in cui c'è una sequenza evolutiva e continua tra attività esplorativa e ludica.
  2. Vygotskij sostiene che il gioco è una "risposta originale ai bisogni non soddisfatti"  e una "fase di transizione in cui le cose perdono il loro potere vincolante, cioè si distaccano dalla realtà; inoltre esso apre ad una "zona di sviluppo prossimale" in cui  il bimbo si comporta sempre al di sopra del suo comportamento quotidiano.
  3. Per Piaget il gioco permette la costruzione di simboli (gioco simbolico), il confronto con una realtà immaginaria ed è governato dal "processo di assimilazione": un processo mentale attraverso il quale il bambino adatta e trasforma la realtà esterna in funzione delle proprie motivazioni/mondo interiore, consolida così capacità già acquisite attraverso la "ripetizione" e favorisce "empowerment".
Naturalmente ho dovuto scegliere solo gli autori che per me hanno dato un'importante interpretazione del gioco visto che ce ne sarebbero ancora molti altri (Mead, Winnicott, Bateson...), ma non vorrei annoiare quindi se siete interessati ad altre teorie sul gioco (magari utili per i vostri studi) SCRIVETEMI!!!!
Buona giornata a tutti        

sabato 13 novembre 2010

LE CONCEZIONI DEL GIOCO 1

Fino a qualche secolo fa si pensava che l'attività ludica fosse un"antagonista" alla serietà del lavoro; poi fortunatamente nella seconda metà dell'800 un antropologo olandese di nome Huizinga con i suoi studi ha affermato che il gioco è presente in ogni attività umana. Perciò l'uomo oltre ad essere "sapiens"(intelligente), "faber"(artefice del proprio destino) è anche "LUDENS", cioè capace di giocare e di creare così nuovi significati.
Il gioco quindi è una vera "forma di cultura" che riveste di maggior valore la vita sociale delle persone e accomuna le diversità perchè la ludicità è presente in ogni espressione culturale (ad esmpio le svariate feste tradizionali, eventi..).
 H. indica anche un paradosso nell'attività ludica perchè si presenta come un "atto libero" che solleciti all'autonomia e costituita di "regole" che determinano obbligo, inconfutabilità e autoregolazione nel soggetto.
Insomma già in questi tempi così distanti da noi il gioco comincia ad assumere una notevole importanza, soprattutto per gli adulti nei quali crea solidarietà, unione e reciprocità! (un bello spunto di riflessione per la società di oggi che sembra lontanea anni luce da questa idea!!)

venerdì 5 novembre 2010

INTRODUZIONE

Buon pomeriggio a tutti,
voglio iniziare subito con una bella domanda per voi: il "gioco" può essere considerata un'attività primaria per i bambini o di secondaria importanza?
Sembra una domanda banale perchè tutti dovrebbero sapere che il "giocare" è un qualcosa di naturale per un bambino e a cui non può rinunciare; eppure a volte si sentono degli adulti che indeboliscono il valore cognitivo/sociale/culturale che ha questa attività dicendo ai loro figli: "Adesso basta giocare, è ora di fare i compiti!!!" (cioè le cose serie).
Ecco con questo blog vorrei "portare alla luce" il significato profondo che si nasconde dietro un semplice gioco!