Fino a qualche secolo fa si pensava che l'attività ludica fosse un"antagonista" alla serietà del lavoro; poi fortunatamente nella seconda metà dell'800 un antropologo olandese di nome Huizinga con i suoi studi ha affermato che il gioco è presente in ogni attività umana. Perciò l'uomo oltre ad essere "sapiens"(intelligente), "faber"(artefice del proprio destino) è anche "LUDENS", cioè capace di giocare e di creare così nuovi significati.
Il gioco quindi è una vera "forma di cultura" che riveste di maggior valore la vita sociale delle persone e accomuna le diversità perchè la ludicità è presente in ogni espressione culturale (ad esmpio le svariate feste tradizionali, eventi..).
H. indica anche un paradosso nell'attività ludica perchè si presenta come un "atto libero" che solleciti all'autonomia e costituita di "regole" che determinano obbligo, inconfutabilità e autoregolazione nel soggetto.
Insomma già in questi tempi così distanti da noi il gioco comincia ad assumere una notevole importanza, soprattutto per gli adulti nei quali crea solidarietà, unione e reciprocità! (un bello spunto di riflessione per la società di oggi che sembra lontanea anni luce da questa idea!!)
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